sabato 30 luglio 2011

SHANGHAI 2011: L'ITALIA TORNA A REGNARE. E' ORO!!!

L’Italia torna regina della pallanuoto mondiale. E’ oro!!!



SERBIA-ITALIA  7-8 d.t.s. (0-1; 2-0; 1-4; 3-1) (1-2; 0-0)
Serbia: Soro, Avramovic, Gocic, Udovicic 1, Cuk 1, Pijetlovic D. 1, Nikic, Aleksic, Radjen, Filipovic 3, Prlainovic 1, Mitrovic, Pijetlovic G. All. Udovicic D.
Italia: Tempesti, Perez, Gitto, Figlioli 1, Giorgetti, Felugo 1, Figari, Gallo 1, Presciutti 2, Fiorentini, Aicardi 3, Deserti, Pastorino. All. Campagna.
Arbitri: Tulga (Tur) e Koganov (Aze)

SHANGHAI- STRINGIAMCI A CORTE SIAM PRONTI ALLA MORTE. 30 Luglio 2011, Oriental Sports Center di Shanghai. Si respira il clima delle grandi occasioni. E’ la finale. E’ un altro appuntamento con la storia per la pallanuoto italiana e per il settebello di Sandro Campagna. L’ultima vittoria mondiale dell’Italia risale al 1994 quando in panchina sedeva l’allora tecnico azzurro Ratko Rudic ed in acqua, con la calottina numero 5 giocava l’attuale allenatore della nazionale . Gli azzurri vogliono vendicarsi della Serbia per la sconfitta subita in finale di World League, in quel di Firenze; ma qui si parla di una finale molto più prestigiosa. Quella che si disputerà quest’oggi nella vasca regina di Shanghai sarà una vera e propria battaglia tra due titani della pallanuoto mondiale. Per gli amanti delle statistiche e delle curiosità, quella tra Serbia ed Italia è anche sfida a distanza tra i due portieri più forti al mondo, Stefano Tempesti e Slobodan Soro.

La gara inizia con il primo sprint conquistato dall’Italia. Il primo urlo di gioia è proprio italiano. Soliti due minuti di studio, poi Valentino Gallo, attaccante mancino del Settebello, dai quattro metri del lato cattivo fa 2 finte prima di realizzare la rete del primo vantaggio. Poco dopo Deserti becca due volte consecutive la traversa sfiorando il raddoppio; la sfortuna sembra perseguitare l’Italia: un super tiro dello scatenato Gallo e, poco dopo, la palombella di Felugo, sbattono entrambe sulla traversa. La Serbia tenta di sfondare la difesa azzurra ma Tempesti sembra aver chiuso, letteralmente, la saracinesca della sua porta. Niente da fare per Radjen e Prlainovic che impattano nella grande giornata di Stefano tempesti. Italia che si chiude a riccio in difesa, specialmente in inferiorità numerica: tutti i difensori alzano le braccia a protezione della loro porta, Tempesti è da applausi scroscianti ed in attacco gli attuali campioni del mondo sembrano soffrirci tantissimo.
La prima frazione si chiude col minimo vantaggio italiano.

Anche il secondo sprint è dell’Italia grazie all’Usain Bolt della pallanuoto, Pietro Figlioli. Ci prova subito Giorgetti, ma Soro fa buona guardia. La Serbia riesce, però, a pareggiare con un’incomprensione difensiva italiana. Sull’uomo in meno l’Italia riesce a recuperare con Alex Giorgetti che serve il pallone indietro verso Tempesti. Il passaggio, però, è corto e ne approfitta quindi Prlainovic che spinge, a pochi centimetri, in rete. Grande parata, poi, del nostro capitano che non si fa sorprendere dalla palombella da lato cattivo di Aleksic. Scuote la testa Stefano come a dire: “Devi far ben altro per segnare”. E’, però, Cuk a beffare il nostro estremo difensore con una mezza finta dall’esterno portando i suoi, per la prima volta, in vantaggio. Ci prova Perez ma il tiro a schizzo del nostro Bronzo di Riace, per dirla alla Failla, s’impenna andando oltre la traversa. Mancano 17 secondi al termine del tempo quando Cuk viene punito per aver trattenuto in ripartenza; l’Italia ha la possibilità di giocare l’uomo in più e riportare in parità il risultato. Il tiro di Giorgetti, però, non va a bersaglio. La seconda frazione termina sul 2-1 per i serbi.

Al giro di boa la nazionale italiana vive un momento difficile. Anche se in difesa, eccetto le due reti subite, continuano a giocar benissimo ma, stavolta, a non girare al meglio è la fase offensiva . Non riusciamo ad esprimerci come vorremmo in attacco, qualche fallo in attacco di troppo non ci permette di giocare al limite dei 30” la nostra azione ed i serbi non ci permettono di andare, come giusto che sia, con tranquillità al tiro. Campagna dovrà inventarsi qualcosa per risollevare le sorti del match. Il cittì azzurro incita i suoi e gli stessi giocatori si caricano tra loro pronti ad affrontare gli ultimi 16 minuti di gioco che assegneranno lo scettro di nazionale più forte al mondo. Tre a zero è il bilancio sugli sprint iniziali a favore degli azzurri (ancora Figlioli). Aicardi non fa trascorrere nemmeno 30” che, servito da Felugo, si libera di Radjen e con una beduina riporta i suoi sul 2-2. E’ il recchelino Filipovic a scagliare un missile verso la porta italiana portando nuovamente i suoi in vantaggio, ma il Settebello è vivo e vegeto. Superiorità numerica conquistata, palla a Gallo che si decentra entrando nei 2 metri e favorendo l’uscita di Aicardi sul palo; il centroboa azzurro è bravo nel liberarsi del suo difensore e viene servito in modo chirurgico dal mancino siracusano; palla impugnata e girata immediatamente in rete, sul primo palo, ed è nuovo pareggio per l’Italia. Ma è l’Iron-Man di Rio de Janeiro, Pietro Figlioli, a regalare, ancora una volta, il vantaggio alla sua nazionale: in superiorità con un no-look finta il passaggio verso il compagno, da posizione centrale, per poi scaricare sul primo palo con un tiro sbracciato. Nulla da fare per Slobodan Soro. Poi va Papà Presciutti allungare con una micidiale controfuga culminata con le tre finte a tu per tu con Soro ed il tiro violentissimo che si insacca in fondo alla rete. 3-5 per l’Italia e fine terzo tempo.

Che carattere questa Italia. Una nazionale che ormai, è chiaro, segue il suo allenatore come, appena 2011 anni fa circa, i dodici discepoli seguivano il loro maestro. Nuovo sprint vinto per noi. Udovicic si trova a tu per tu con Tempesti ed è bravo Deserti a commettere fallo da rigore: meglio prendere il rigore che il goal, s’insegna sempre ai bambini quando iniziano questo meraviglioso sport. E non è una frase di circostanza ed il Settebello ne da dimostrazione: Tempesti riesce a parare il rigore tirato dal suo compagno di club Filipovic. Che parata quella di Tempesti, che non si fa sorprendere sotto le braccia. Ma sulla seguente azione offensiva, la Serbia passa con Vanja Udovicic; ma grande distrazione della difesa azzurra. E’ vero che la Serbia, in questo mondiale, ha dimostrato di uscire sempre nell’ultima frazione di gioco, ma niente paura…ci pensa Presciutti in superiorità numerica a ristabilire il vantaggio. Per la seconda volta nel match il difensore romano mette il pollice in bocca, dedicando la rete alla figlia Cloè. Rosso per Milan Aleksic e Serbia che cerca disperatamente l’aggancio agli azzurri. Riesce a ridurre il passivo con lo schiaffetto beffardo del neo acquisto della Pro Recco Dusko Pijetlovic. Radjen s’invola in contropiede, conquista espulsione e si trova a tu per tu con Tempesti; fa due finte e tenta di dribblare l’estremo difensore azzurro che è bravissimo nell’ affondare l’attaccante serbo, pur beccando il rigore contro ma scongiurando una rete certa della Serbia. Il tiro di rigore, a parer mio, c'è tutto (e confermeranno sicuramente Campagna e lo stesso Tempesti quando rivedranno le immagini) ma viene viziato da una espulsione INESISTENTE di Gallo (il mancino siracusano non commette nella maniera più assoluta fallo da espulsione sul serbo). Rigore fischiato a favore della Serbia, quindi: Filipovic evita platealmente di incrociare lo sguardo di Tempesti ma riesce a segnare agganciando l’Italia e caricandosi a vicenda con Udovicic per il gran finale. Ad un minuto e mezzo dal termine viene messo fuori Udovicic e Campagna chiama time-out. L’Italia si schiera con l’uomo in più; girano bene palla gli azzurri ma non riescono a siglare la rete del vantaggio. E Tempesti, dall’altro lato, salva letteralmente la sua nazionale con una parata a tu per tu su Udovicic (grandissima giocata con dribbling su Gitto e Presciutti). Singolare come Gitto colpisca (per cercare in tutti i modi di fermare l’avversario sotto porta, non con cattiveria) con uno schiaffo Udovicic sul collo ed il buon Vanja si metta le mani sul volto…mah, misteri della pallanuoto.
Ma al termine dell’ultima frazione di gioco il risultato non si sblocca. 6-6 e si va ai supplementari.

Il primo tempo supplementare si apre con la rete di Matteo Aicardi che oltre a firmare la sua personale tripletta spazza via le polemiche sull’episodio incriminato del rigore fischiato nel quarto tempo a favore della Serbia. Ci pensa, nuovamente, Filipovic a riportare in parità i suoi sull’uomo in più. Poco dopo la Serbia conquista il terzo rigore a favore del match…ma un FANTASTICO Tempesti ci mette nuovamente lo zampino non permettendo l’allungo ai serbi. Poi in attacco ci è Felugo a prendere per mano i suoi, siglando la sua prima rete del match con un tiro sull’acqua da posizione 2 che s’infila sotto la traversa e che regala il vantaggio alla nazionale italiana.

Ultimi tre minuti di gioco. Campagna rifiata in panchina sorseggiando acqua; Dani Fiorentini, allo sprint, è super concentrato. Si parte. Ancora Stefano Tempesti, che vince di gran lunga la sfida col collega Soro, confermandosi il migliore al mondo nel suo ruolo, dice no ad Udovicic. Il palo a 7” di Udovicic regala l’oro agli azzurri!!! SIAMO CAMPIONI DEL MONDO!!!!!!!!!!!!!

E’ MEDAGLIA D’ORO PER L’ITALIA. Una vera e propria impresa quella messa a segno dal Settebello con un percorso che inizia 2 anni fa con la vittoria nel Quattro Nazioni di Siracusa contro la Germania, e culminata con gli argenti agli europei ed in world league ed, infine, con quest’oro. La nazionale italiana maschile di pallanuoto torna ad essere la regina indiscussa della pallanuoto mondiale; torna ad indossare la corona più luccicante e lo scettro del potere dopo circa 17 anni di purgatorio. Un finale più che giusto per un GRUPPO sempre unito e compatto; un gruppo che ha sempre lavorato bene, costantemente e che si è saputo compattare al meglio. E adesso che siamo Campioni del Mondo ci auguriamo che chi di dovere possa approfittare di questo grande momento per la nostra pallanuoto per la promozione e la propaganda di questa stupenda disciplina che quest’oggi, a Shanghai, ha scritto un’altra importante pagina della pallanuoto nostrana e mondiale. SIAM PRONTI ALLA MORTE, dicevo in apertura…ebbene io credo che il segreto di questa nazionale, se di segreto si può parlare, sia tutto racchiuso in questa strofa dell’Inno Nazionale. Una squadra che pur di portare a casa il risultato, con umiltà e con sacrificio, è disposta a soffrire, a sfinire i propri corpi, a perdere le proprie energie, forse, a morire (sportivamente parlando) in vasca.
Complimenti a Sandro Campagna, a tutto il suo staff ed ai giocatori tutti per averci inorgoglito e per essere stati artefici di una grande impresa.


Gianluca Leo 

Il commento di Maurizio Felugo (Socio Fondatore AGP e Vice Capitano Italia): "Dedico questa vittoria al gruppo; a tutto ciò che abbiamo fatto in questi mesi di duro lavoro. Questa partita l'abbiamo vinta 4/5 volte in questi anni in cui abbiamo affrontato la Serbia ma stavolta è tutto vero, stavolta le medaglie d'oro false, che conquistavano i serbi a Firenze, le metteremo noi al collo. E' bellissimo. Loro hanno avuto una fortuna incredibile il primo tempo segnando un gol su un rimpallo e noi abbiamo beccato tre traverse consecutive. Ma alla fine abbiamo giocato una grande partita e per una volta ci chiameranno, anche a noi, Campioni del Mondo."


Il commento di Stefano Tempesti (Socio AGP e Capitano Italia): "Siamo tutti felicissimi. E' un momento meraviglioso. Dopo tanta sofferenza penso che sia un mondiale strameritato. Ringrazio tutti, soprattutto, la mia famiglia ed i tifosi che ci hanno visto da casa. Sinceramente ero molto calmo e sereno; sapevo che se avessi perso il controllo sarebbe stato difficile arrivare alla fine così bene. Il rigore parato ad Udovicic nel primo supplementare? E' stato il rigore più importante della mia carriera ma non rappresenta del tutto l'emblema della nostra vittoria. Le critiche del passato erano, in parte, giustificate; ci sono tanti sassolini che vorrei levarmi dalle scarpe, ma non ne vedo il motivo, non servirebbe a nulla. Grazie a Sandro Campagna per aver costruito un gruppo fortissimo dal punto di vista mentale, tecnico, tattico ed atletico che ha colmato il divario con le squadre slave come la Serbia, la Croazia, il Monentegro che hanno nella potenza fisica il loro punto di forza".


Il commento di Christian Presciutti (Socio AGP e giocatore Italia): "Dedica? Ovviamente per mia figlia Cloè, per mia moglie Nicol e per la mia famiglia, se ho raggiunto tutto questo è merito soprattutto loro. E' il primo mondiale da protagonista. Grazie anche a Mister Bovo per avermi insegnato i trucchi del mestiere in fase difensiva".

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