Il
mese di luglio che sta per concludersi è stato per la pallanuoto
italiana decisamente preoccupante, non solo per motivi puramente
sportivi, ma anche per situazioni tecniche, giuridiche ed economiche:
abbiamo assistito infatti (tra le altre cose) all'addio di Presidenti
facoltosi, a drastici ridimensionamenti di società qualificate, alla
loro rinuncia a competizioni internazionali e, di conseguenza, a
comprensibili disagi e preoccupazioni per moltissimi nostri atleti.
Il
mondo della pallanuoto, come tante altre realtà, è oggi
indiscutibilmente in crisi e lo scenario dell'ultimo periodo è anche
la cartina tornasole di una situazione superabile solo attraverso il
dialogo ed una concreta collaborazione tra le sue componenti.
Crediamo
per questo che sia arrivato sul serio il momento per un incontro (e
confronto) con l'Organo supremo predisposto alla promozione,
organizzazione, regolamentazione e diffusione delle discipline
natatorie, vale a dire la Federazione Italiana Nuoto, alla quale ogni
società pallanuotistica italiana è affiliata ed ogni suo giocatore
è tesserato.
L'Associazione
Giocatori di Pallanuoto AGP, quale associazione di categoria
rappresentativa di oltre 200 atleti, chiede, con il presente
comunicato, che l'Ill.mo Presidente Barelli ed i Consiglieri Federali
competenti vogliano, prima dell'inizio dei prossimi Campionati e
dunque nelle settimane antecedenti l'imminente Stagione Agonistica
2012/2013, promuovere un tavolo di confronto con le società
eventualmente interessate e gli atleti tesserati così rappresentati,
al fine di giungere, di concerto, ad un'intesa in merito ad alcune
fondamentali condizioni operative che qui di seguito, solo a titolo
esemplificativo, si riassumono.
1.
Vincolo sportivo, durata e mancata informativa
Come
molti sapranno l'istituto del vincolo sportivo, e le conseguenze ad
esso collegate, hanno regolamentazione giuridica nella normativa
federale. Non tutti sono però al corrente del fatto che il
giovane giocatore dilettante, attraverso la sottoscrizione del
cartellino (fatta nella quasi totalità dei casi dai genitori o
comunque da coloro i quali ne esercitano la potestà), si sottopone
ad un vincolo sportivo “senza limiti”, fatta salva la
possibilità, riconosciuta dopo 8 anni di tesseramento continuativo,
di richiedere che tale vincolo non sia rinnovato. Viste le
irreparabili conseguenze che talvolta il legame indissolubile del
tesseramento definitivo viene a creare, riteniamo sia assolutamente
necessario trovare - attraverso l'auspicato confronto - un accordo
tra Federazione, Società ed atleti tesserati che consenta, da un
lato, il riconoscimento dell'effettivo investimento dalle stesse
società fatto, e dall'altro, delle libertà di movimento e di
associazione che nel nostro stato di diritto sono ad ogni singolo
individuo costituzionalmente garantite e quindi anche allo stesso
giocatore riconosciute.
La
tabella indennitaria elaborata nell'agosto 2011 dalla Circolare
Normativa Federale n. 56/11 è, a sommesso avviso di questa
Associazione, anche in relazione alla crisi economica attuale,
assolutamente inaccessibile a qualsivoglia atleta/società
potenzialmente interessata all'impiego dello stesso giocatore (solo a
titolo esemplificativo il parametro base per la cessione e l'impiego
di un giocatore di Serie A1 è di 20.000€ e per una giocatrice di
10.000€).
2.
Arbitrati obbligatori per vertenze economiche tra atleti e società
Le
procedure arbitrali previste dalle normative federali per il
raggiungimento della tutela dei diritti economici dei pallanuotisti
sono assolutamente complesse, lunghe, costose e poco efficaci. Il
giocatore che vanta un diritto di credito nei confronti della società
per cui ha prestato la propria attività sportiva è obbligato ad
instaurare, per veder riconosciuta la propria pretesa, un
costosissimo ed inefficace giudizio di arbitrato. Spesso, infatti,
pur ottenendo con lo stesso una decisione arbitrale favorevole,
l'atleta - dopo aver supportato i relativi costi e le relative attese
- non ha a disposizione alcuno strumento esecutivo efficace per un
veloce recupero delle somme dovute: le società che non pagano, che
vengono condannate e nonostante ciò non ripianano i debiti maturati,
subiscono piccole multe e qualche giornata di squalifica del campo di
gara e l'atleta (o l'allenatore) continua a veder disattesa la
propria pretesa.
Domandiamo
quindi alla Federazione un confronto anche su questo ulteriore
argomento, al fine di poter giungere ad un'alternativa che
sostituisca l'insoddisfacente procedura in questione con altri metodi
più aderenti alle necessità individuali.
3.
Giocatori comunitari e loro tesseramentoL’infrazione
europea mossa contro la FIN, volta a favorire la libera circolazione
degli atleti comunitari negli Stati membri, non ha ancora trovato un
riscontro formale anche in virtù dei problemi di natura economica
che affliggono il nostro sistema sportivo. Dalla riunione che si è
tenuta il 2 luglio 2012 presso il Centro federale di Ostia, riservata
esclusivamente alle Società (e, stranamente, non ai giocatori), è
emersa l’intenzione generale delle presenti di non sottostare alla
disciplina comunitaria ed impiegare in acqua un numero definito e
costante di atleti italiani. L'unica voce fuori dal coro è stata
quella della Società Pro Recco Waterpolo che, per il tramite
dell'A.D. Dott.Barreca, ha espresso il proprio disaccordo in tal
senso ritenendo tale patto contrario alle direttive comunitarie e
passibile di ulteriore sanzione per le Società stesse.
Al
momento quindi la situazione è assolutamente dibattuta e sembra
superfluo sottolineare la necessità di un confronto anche su questo
terzo fronte.
4.
Coppa Italia, Coppe Europee e mancate sponsorizzazioni alle società
organizzatrici
Come
sopra anticipato due tra le società maschili più blasonate hanno di
recente comunicato l'intenzione di voler rinunciare alle prossime
Coppe Europee. Crediamo che tale decisione non possa esimersi da
alcune considerazioni di carattere pratico-economico alle quali la
stessa Federazione, si auspica, potrà porre rimedio.
Il
motivo che ha condotto a tale rinuncia attiene, come ovvio, alla
mancanza di fondi a disposizione delle società qualificate. In
sostanza ci sono i requisiti ma non i mezzi per competere e l'origine
di tale difficoltà potrebbe trarsi dal sistema che da sempre ha
caratterizzato la gestione e la destinazione delle sponsorizzazioni
che sostengono tali manifestazioni (tra le quali la Coppa Italia).
Riferiscono le società organizzatrici che sono esse sole ad
accollarsi i costi di regia senza avere la partecipazione delle
sponsorizzazioni sostenitrici. In sintesi le squadre vincono, si
qualificano, organizzano e sopportano la maggior parte dei costi di
amministrazione, ma poco ricevono e quindi rinunciano.
Consci
della differenza di competenza inerente le manifestazioni italiane
(FIN) ed europee (LEN) chiediamo comunque alla Federazione ed ai suoi
rappresentanti delucidazioni in merito all'effettivo funzionamento
della gestione e dell'impiego delle risorse economiche alla base di
tali competizioni (v. Coppa Italia) e domandiamo se sia possibile
trovare un'alternativa all'essere passivi spettatori di questi ultimi
tristi risvolti.
5. Diritti televisivi
La
normativa relativa ai diritti televisivi, o meglio "Obblighi
Televisivi", così come formulata, si presenta tanto scarna
quanto di ostacolo alla libera diffusione del nostro sport.
L'impossibilità di poter trasmettere incontri di pallanuoto, se non
dopo 24 ore dalla diretta su rete nazionale, rende infatti del tutto
inutile , o quasi, stipulare contratti con le emittenti televisive
anche locali, in quanto comunque i costi di produzione sarebbero a
carico interamente dell'eventuale investitore. Se si guarda ad
altri sport in fase di rapida e importante evoluzione mediatica,
quali il rugby, è evidente che senza il contributo delle televisioni
risulta difficoltoso attirare sponsor e quindi profitti anche per le
società.
L'Associazione
Giocatori di Pallanuoto, pertanto, nell'interesse degli atleti che
rappresenta, auspica si possa arrivare ad un'apertura nei confronti
della libera contrattazione dei diritti televisivi che permetta alla
pallanuoto di godere degli spazi e dell'attenzione che merita e
soprattutto consenta alle società di trovare risorse da impiegare
nell'interesse dei propri atleti.
Osservazioni
conclusive
Fiduciosi nel pronto riscontro della Federazione Italiana Nuoto, l'Associazione Giocatori di Pallanuoto AGP ribadisce la totale disponibilità al confronto ed il serio interesse al raggiungimento di un fronte di lavoro comune, che potrebbe così contenere il disinnamoramento ed il disinteresse che ultimamente si respira nell'ambiente e scongiurare l'idea, da taluno paventata, di una sorta di premier league* della pallanuoto italiana.
*(per i meno esperti la Premier League é stata fondata nel 1992 in Inghilterra dopo che le 22 squadre della First Division - massima serie inglese dal1888 - si dimisero in blocco dalla Football League. Alla base dello scisma ci fu la volontà da parte dei maggiori club inglesi di poter contrattare singolarmente i propri diritti televisivi e le relative sponsorizzazioni, senza doverlo fare in blocco attraverso la Football Association e la Football League).
Genova, lì 30.07.2012
L'Ufficio Legale AGP
Avv.
Stella Frascà, Dott.ssa Caterina D'Amico
Avv.
Roberto Mina, Avv. Luca Perdomi, Avv. Matteo Canessa
Il Segretario Generale AGP
Dott.Patr. Alessio Centanaro
Il Presidente AGP
Dott.Patr. Alessio Centanaro
Il Presidente AGP
Prof.
Avv. Enrico Lubrano