venerdì 4 aprile 2014

INTERVISTA AL PRESIDENTE MAURIZIO FELUGO


L'Ufficio Comunicazione dell'Associazione Giocatori di Pallanuoto, in linea con un piano di comunicazione integrata approvato dall'Assemblea e dal Consiglio Direttivo del 28 Marzo 2014, propone oggi un'intervista con il neo eletto Presidente AGP Maurizio Felugo.
Nato nel 1981 Felugo è il prototipo del campione moderno, con un palmares pallanotistico praticamente infinito.
Tralasciando la sua attività agonistica, nota ai più, per Maurizio inizia oggi una nuova sfida: ha assunto infatti, l'onore e l'onere di rappresentare tutti i giocatori italiani di pallanuoto che si riconoscono nell'AGP.

Maurizio, la scelta dell'Associazione di nominare Presidente uno degli atleti più importanti del panorama italiano ed internazionale nasce dalla necessità di avvicinare ancora di più l'Associazione ai giocatori stessi. Puoi sottoscrivere la nostra affermazione?
Certamente, questa Associazione deve essere espressione dei giocatori di pallanuoto e la mia nomina, quella di Tania e di Teresa vanno in questo senso. Ci mettiamo la faccia e cerchiamo di diffondere il più possibile il movimento per allargare la base ed informare sempre più giocatori di tutti i livelli.
Detto questo vorrei sottolineare che, fino a questo momento, l'AGP ha lavorato tanto, soprattutto per i più giovani. Infatti posso dirvi che l'Ufficio Legale in questi tre anni ha gestito moltissime richieste di “aiuto” (più di un centinaio) da parte di giocatori e giocatrici che si sono trovati di fronte a problemi relativi soprattutto al vincolo di tesseramento ed al recupero dei crediti non corrisposti dalle società.

Quali saranno i segni distintivi della tua Presidenza e quali i primi interventi calendarizzati?
Vorrei rendermi promotore di un dialogo chiaro e corretto con gli attori storici della pallanuoto italiana, trasmettendo però grande fermezza nel portare avanti le nostre idee, nel proporre, nell'essere ascoltati e coinvolti nelle decisioni che riguardano il nostro sport. Non dobbiamo dimenticarci che i veri protagonisti siamo comunque noi atleti. Il movimento che ruota attorno alla pallanuoto esiste anche grazie ai nostri impegni ed alle nostre passioni che in quanto tali meritano protezione e rispetto. Secondo me ne gioverebbe l'intero ambiente.

Puoi indicarci tre obiettivi concreti che vorreste realizzare nel giro di un anno con l'Associazione Giocatori di Pallanuoto?
Dal 2011 ad oggi l'Agp conta circa 200 soci (tra atleti, genitori e sostenitori in genere) e mi piacerebbe che questo numero salisse esponenzialmente per aumentare la nostra rappresentatività. Questo risultato si può ottenere innanzitutto:
1) avvicinando maggiormente i giocatori e giocatrici di serie A1/A2/B attraverso una maggior comunicazione all'interno delle squadre, sui media e sui social;
2) informando gli atleti più giovani ed i loro genitori, con il supporto del nostro Ufficio Legale, della regolamentazione concernente il vincolo sportivo (spesso poco o mal conosciuto dai diretti interessati);
3) intavolando con la Federazione una discussione inerente la tutela contrattuale dei giocatori e delle giocatrici (spesso inesistente) e l'organizzazione dei campionati (che sono il vero veicolo attraverso cui il nostro sport viene presentato ai tifosi, ai potenziali sponsor ed attorno ai quali ruota un intero movimento mediatico).
In questo senso mi piacerebbe spiegare alle squadre in cosa consiste la nostra idea e la nostra attivitá. Chiedo, quindi, ai Capitani interessati (di tutte le serie e di tutte le squadre maschili e femminili) di scrivermi una email all’indirizzo assopn@hotmail.it e se a loro fa piacere spiegherò, con l'aiuto dei miei compagni, cosa vorremmo fare insieme per la tutela dei giocatori. I suggerimenti ed i confronti sono fondamentali.

In considerazione della tua lunghissima militanza nella Nazionale Italiana e del tuo continuo contatto, seppur solo sportivo, con la Federazione, credi che ci sia la possibilità che si instauri un serio dialogo, proprio come succede in altri ambienti (calcio, il basket, etc.)?
Credo che, visto il momento di grande difficoltà per lo sport in generale e quindi per il nostro, la cosa più importante sia collaborare in maniera costruttiva tutti quanti. Noi, in ritardo rispetto a sport più organizzati come calcio, basket, etc., sappiamo di poter dare il nostro entusiasmo, le nostre idee e il nostro impegno per poter rendere lo spettacolo migliore sia per gli addetti ai lavori sia per il pubblico.


Proprio in riferimento alla collaborazione con gli altri sport sappiamo che la Associazione è membro della Confederazione Italiana degli Sportivi insieme ad altre Associazioni di categoria di altissimo calibro, potresti dirci di cosa si tratta?
La nostra Associazione è entrata a far parte nel 2012 - su invito, tra le altre, della Associazione Calciatori - della Confederazione Italiana Degli Sportivi c.d. CIDS, una confederazione che riunisce le associazioni italiane dei vari sportivi, praticanti (calciatori, rugbisti, pallavolisti, ciclisti, giocatori di basket, pallanuotisti, etc. ) e non (allenatori, preparatori), ha lo scopo di agevolare ed intensificare le relazioni tra i soci ed ha tra i suoi obiettivi il raggiungimento di un piano di lavoro comune in tema di normativa antidoping, vincolo degli atleti non professionisti, formazione post-carriera degli atleti. I miei predecessori dell'Agp hanno avuto modo di incontrare personalmente nella CIDS il giocatore Damiano Tommasi, attualmente rappresentante in CONI di tutti noi atleti, e di certo sarà di fondamentale importanza per la Associazione coltivare questa collaborazione con una sanissima comunione di intenti.

Ci dici tre validi motivi per cui un genitore dovrebbe portare il proprio figlio o la propria figlia in piscina e farlo o farla avvicinare al mondo della pallanuoto? Innanzitutto la pallanuoto è uno sport serio e pulito, in cui valori come la correttezza e il rispetto dei propri compagni e degli avversari vengono prima di tutto. In secondo luogo è uno sport che sviluppa in maniera equilibrata il fisico dell’atleta e migliora la sua capacità di concentrazione, di rispetto dei ruoli dove il concetto di squadra viene prima di tutto.
Infine, il sogno di poter indossare la mitica calottina del settebello durante i giochi olimpici è impareggiabile.

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